Physics Manuscript of XVIII Century. [BENVENUTI] - BOSCOVICH. Institutiones Physicae.
BENVENUTI, Carlo [Attribuito a] - BOSCOVICH, Roger Joseph. Institutiones Physicae.
Manoscritto, seconda metà XVIII secolo
4to piccolo. 185x130 mm. Legatura coeva piena pergamena rigida, tagli marmorizzati. Su carta forte vergata con filigrana. Carte 216 non numerate, comprese le bianche 120, 200-203, 4 tavole ripiegate fuori testo con diagrammi e figure geometriche. Il trattato, fino a carta 199, è ripartito in Capitoli, Proposizioni, Corollari, e si compone di 144 Paragrafi. Seguono, dopo 4 carte bianche e 3 Tavole ripiegate, 13 Carte con altri brevi capitoli fra cui “Appendix ubi de creatione ex nihilo in quaestione saltus”; alla fine un’altra tavola ripiegata.
Scrittura in nitido corsivo, inchiostro nero. Da carta 73 a 81 calligrafia con caratteri più piccoli e più rapidi, ma che sembrano essere della stessa mano; queste carte sono state rifilate nel margine inferiore. La filigrana "Colomba su un trimonte e lettere E I entro cerchio singolo sormontato da lettera F” si vede chiaramente nelle tavole ripiegate: è pressoché identica a una filigrana bolognese di un’opera del 1690.
Nel primo foglio di guardia un’iscrizione di tre righe è stata cancellata, in epoca antica, con inchiostro nero: si riesce a intravvedere, nella seconda riga, “Institutiones Physicae”. Le altre parole non sono leggibili.
Ottimo stato di conservazione.
Inc. “Absolutis magna ex parte logicis Institutionibus, physicam facultatem aggredior, quae, ut nomine suo prefert, naturae scrutatrix est.”
Expl. “Nam transitus ille debet haberi alicubi in aliqua particula”. Conclude la breve aggiunta che riguarda la composizione dei corpi e i punti indivisibili e inestesi.
Importante trattato di Fisica che, con riferimenti precisi a Roger Joseph Boscovich, tratta della composizione dei corpi ed esamina con molta competenza l’atomismo. L’Autore, con molta probabilità un Padre Gesuita, propone, richiamandosi ad Aristotele, un sistema che accordi Newton e Leibniz (c. 85 ‘Sistema inter Newtonianum et Leibnitianum mediano, atque de utroque partecipans, ac praeterea componibile cum Sistemate Aristotelis. Habet ex Newtoniano sistemate vires mutuas et Leibnitiano puncta indivisibilia videbitis olim, quomoso ab utroque’), e utilizza a questo scopo la teoria di Boscovich, che viene citato spesso.
Alla carta 152, una dissertazione sulla ‘vis repulsiva’ di cui Boscovich tratta nella Theoria Philosophiae Naturalis; da carta 179 una lunga trattazione che riguarda materia come una serie di punti discontinui indivisibili, “Corpora constant punctis prorfus indivisibilibus inextentis, atque a se invicem distantibus”. Edwards: “[Boscovich's theory of matter] was widely studied, and Michael Faraday, Sir William Hamilton, James Clerk Maxwell, and Lord Kelvin (to mention only English scientists) stressed the theoretical advantage of the Boscovichian atom over rigid atoms. In any case, Boscovich's work marked an important stage in the history of our ideas about the universe, and his system will remain the paradigm of the theory of point particles.”
Il testo è scritto in prima persona, a cominciare dall’incipit in cui l’Autore annuncia che, avendo in gran parte trattato delle istituzioni logiche ‘attacca’ la ‘facoltà fisica’. Alcuni capoversi cominciano con “nego”, alla carta 36 verso, nel capitolo che tratta del moto, il paragrafo 22 inizia con “Iam dico velocitatem absolutam a nobis definiti non posse”
Alla carta 2r è nominato ‘Iuvenis Aloysius Gonzaga’, gesuita canonizzato nel 1726; al verso dichiara Aristotele il più celebre e sapiente tra i fisici antichi. Sono poi citati, come autori di riferimento indispensabili; Galilei, Descartes, Gassendi, Torricelli, Francesco Maria Grimaldi, Boyle, Emmanuel Maignan, Marcello Malpighi, John Keill, Willem Jacob 's Gravesande e Isaac Newton, “philosophorum Princeps”.
Dalla carta 50 una trattazione di ottica con riferimento all’illustrazione figurata nella prima tavola ripiegata, denominata ‘Tab. I’.
La figura 10 nella ‘Tab. III’, è identica alla ‘Figura 9’ della Dissertatio physica de lumine, di Benvenuti, nell’edizione ‘Vindobonae, Trattner 1761: riguarda l’interpretazione di Benvenuti della riflessione della luce utilizzando il segmento della ‘curva delle forze’ di Boscovich.
Per la datazione del manoscritto due riferimenti inequivocabili: l’opera di Boscovich, la cui prima edizione è del 1758; la nota aggiunta alla carta 152, con grafia più piccola, simile a quella delle 8 carte, nella parte finale del & 46. Qui l’autore scrive: “… risputatione ab excellentissimis SS. Dni nostri Francisco Abundio Rezzonico”.
- Abbondio Rezzonico I principe Rezzonico, Venezia, 19 febbraio 1742 – Roma, 1º marzo 1810, nipote di Papa Clemente XIII, eminente mecenate delle arti, nobile e dignitario pontificio italiano, ha ricoperto la carica di Senatore di Roma dal 1765 al 1810.
Riguardo all’Autore, è lecito ritenere che si tratta dello studioso gesuita Carlo Benvenuti, eminente allievo di Boscovich.
- Carlo Benvenuti, Livorno 1716 – Varsavia 1789, è stato un gesuita, fisico e matematico italiano. È particolarmente noto per il suo sostegno alle idee di Isaac Newton, seguendo Boscovich, del quale fu uno dei primi allievi, nei corsi di matematica tra il 1740 e il 1750 al Collegio Romano.
Fu scelto per sostituire Boscovich nel 1750-1751 quando questi dovette lasciare Roma per svolgere operazioni relative alla grande carta corografica dello Stato Pontificio, che pubblicò pochi anni dopo. Ritornato Boscovich, Benvenuti continuò a insegnare al Collegio Romano, questa volta fisica. Nel 1752 curò la pubblicazione degli Elementorum matheseos ad usum studiosae iuventutis libri III, del Boscovich, premettendovi una propria introduzione.
Nel 1754 pubblicò due opere: Synopsis physcæ generalis, che segue i principi del newtonismo, e De lumine dissertatio physica, sempre secondo i principi di Newton sulla luce. Secondo Mazzuchelli, che dice di aver appreso il fatto da Zaccaria (che ne era stato testimone), parte di questo secondo scritto sarebbe dello stesso Boscovich, poiché Benvenuti era indisposto al momento della stampa.
Il 16 dicembre 1755 Benvenuti riferiva sull'Enciclopedia di Diderot e d'Alembert per la congregazione, che stava preparando l'Indice dei libri proibiti per gli anni 1754-1757. È stato ipotizzato che l'attività di Benvenuti nel 1754-1755 abbia contribuito a eliminare dall'Indice le opere contenenti affermazioni a favore del moto della Terra. Nel 1772 dovette poi lasciare Roma e ritirarsi in Polonia, dove fu accolto a Varsavia dal re Stanislaw Poniatowski.
Cfr. The Encyclopedia of Philosophy. Edwards, Paul (ed.), Published by Macmillan / The Free Press 1972.